Innanzitutto occorre sottolineare un concetto tanto scontato, quanto comunemente ignorato: dimagrimento non è perdita di peso, ma riduzione di grasso corporeo.
Quindi per dimagrire è necessario ossidare i grassi e per ossidare i grassi è indispensabile appunto la presenza dell’ossigeno.
Il consumo di ossigeno che consente al corpo di utilizzare i grassi come fonte energetica si ha quando il battito cardiaco si attesta indicativamente tra il 75% e l’85% della frequenza cardiaca massima.
Risulta chiaro che, pur facendo addominali a più non posso, non si arriva a raggiungere questa soglia. Lo stesso discorso può essere esteso alla semplice camminata, che pur portando alcuni benefici in termini generali, non è da prendere in considerazione per un programma efficace di dimagrimento.
In ogni caso, per non tralasciare nessun aspetto, è indispensabile prendere in considerazione altri importanti elementi, tra cui i più importanti sono il Glucagone, il principale ormone brucia grassi, gli Ormoni Tiroidei, l’ormone Irisina e il Grasso Bruno, questi ultimi due strettamente correlati.
Quindi allenarsi in presenza dell’ormone Glucagone, nel momento in cui sono maggiormente attivi gli Ormoni Tiroidei, con un allenamento che stimola la produzione di Irisina e che favorisce l’ossidazione dei grassi, risulterà estremamente efficace.
Ma pur facendo tutto nella maniera più corretta, non per tutti ci saranno risultati rapidi ed evidenti. Questo perché ci sono altre variabili decisive da prendere in considerazione, quali l’insulino-resistenza e l’alterazione del ritmo circadiano del Sistema Nervoso Autonomo. Entrambi questi effetti sono causati dal vivere situazioni stressanti mal gestite per lungo tempo e sono responsabili dell’aumento del grasso corporeo.
Quando c’è insulino-resistenza le cellule riducono la loro capacità di trasportare glucosio al loro interno, di conseguenza la glicemia rimane elevata ma le cellule risultano carenti di energia.
Quando risulta alterato il ritmo circadiano del Sistema Nervoso Autonomo, la componente del Sistema Parasimpatico, quella del recupero, della rigenerazione e del risparmio energetico, diventa dominante in momenti in cui dovrebbe esserlo invece la componente del Sistema Simpatico, quella attivante che permette di reclutare e spendere energia.
A causa di queste alterazioni, l’organismo non riesce ad avere sufficienti energie neanche per i semplici compiti quotidiani e anche introducendo pochissime calorie, tenderà ad aumentare il grasso corporeo.
Quindi in caso di stress cronico, pur facendo le cose giuste, bisogna avere più pazienza, perché i risultati saranno evidenti nel momento in cui il corpo inizierà a tendere verso il salutare equilibrio.
Se, in questa condizione, l’intervento sarà orientato solo ad un conto calorico, quindi riducendo l’introito e proponendo un maggiore dispendio energetico con attività fisica giornaliera, il risultato in una prima fase sarà sicuramente di perdita di peso, ma a discapito purtroppo delle componenti magre.
Successivamente, come ben sa chi si è già trovato in situazioni simili, il corpo non riuscirà più a reggere questo stile di vita e si tornerà alle vecchie abitudini, con però ulteriore peggioramento delle condizioni corporee (e di salute) rispetto alla condizione iniziale, con elevato rischio di sviluppare disordini alimentari, accompagnati da frustrazione e scoraggiamento.
E’ molto importante che, in caso di situazioni di stress cronico, non si cada nel tranello di cercare o di farsi attrarre da promesse di risultato immediato. In questo caso il fai da te, o un intervento che riduce in maniera estrema le calorie, potrebbe risultare estremamente pericoloso a medio/lungo termine.
Al contrario, è necessario che la nutrizione sia “funzionale” e sinergica ad un allenamento assolutamente ben dosato e ad un corretto stile di vita.
Tutto deve concorrere al ripristino dell’equilibrio, delle corrette funzioni ormonali e della giusta attivazione del Sistema Nervoso Autonomo, questa è l’unica strada che garantisce un risultato efficace, duraturo e rispettoso della fisiologia.